La Fiera è “la tradizione”: una manifestazione che le ultime quattro generazioni di serinesi hanno eletto a simbolo di inimitabile riconoscimento identitario, in omaggio alla vocazione contadina che per secoli e secoli ha sostenuto l’economia e la vita stessa della comunità. Quella che oggi si chiama propriamente “Mostra zootecnica di razza bovina” è l’erede di un portato rituale che sconfina nella leggenda. La memoria popolare tramanda fervorosi racconti di epica contadina al centro della quale primeggia un esemplare taurino di imperiale caratura (si parla di dieci dodici quintali di muscolosa monumentalità) al quale non poteva che abbinarsi il nome di Kaiser. È tuttora viva, invece, la frenesia del mercato dislocato nel cuore del paese, in esaltazione di un centro storico a longitudine medievale; mentre è soltanto da evocare a occhi chiusi il bailamme festoso di giostre e baracconi vari, governati da giovani donne di stirpe gitana dagli occhi infuocati capaci di incenerire in un attimo banconote e speranze di sorriso.
Capita piuttosto di sentirsi richiedere informazioni di carattere storico oppure cronologico circa la Fiera di Serina. Pare dunque opportuno predisporre in sintesi estrema qualche buon elemento conoscitivo. Le origini del nostro storico movimento espositivo, la Fiera appunto, le dobbiamo cercare nei primi anni del Novecento, allorché in Valle Serina furono avviati programmi di miglioramento della condizione zootecnica, soprattutto in ragione del fatto che il bestiame bovino manifestava significative degenerazioni di carattere genetico. A partire dal 1906, e per gli anni successivi, furono attivate nuove tecniche di concimazione dei prati e, quel che più conta, venne promossa l’importazione di torelli svizzeri dotati di alta genealogia.
In quel contesto si organizzarono le prime edizioni della Mostra mandamentale di Zogno (dal 1908 al 1911), punto di riferimento e di confronto per i nostri allevatori. Le importazioni dalla Svizzera continuarono con risultati apprezzabili: dal 1921 al 1932 vennero introdotti altri venti tori i quali possono a ragione essere considerati i veri e propri capostipiti dello storico “Libro genealogico della Valle Serina”. Ed ecco finalmente che anche sul nostro territorio si trovò modo di organizzare mostre e concorsi zootecnici che perseguivano una duplice finalità: assegnare premi come riconoscimento agli allevatori più appassionati, e mettere in evidenza i progressi ottenuti con la selezione morfologica. Prima della guerra 1915-1918 il bestiame della Valle Serina partecipò alle varie edizioni delle mostre mandamentali che si tenevano a Zogno.
Dopo la guerra, una prima Mostra venne organizzata a Serina nell’anno 1922. Negli anni successivi – dal 1923 al 1929 – le manifestazioni zootecniche vennero spostate a Oltre il Colle. Nell’ottobre del 1930 la sede della Mostra fu riportata a Serina con queste motivazioni: “sia per l’ubicazione più centrica di quel comune, sia perché in esso sono compresi i più numerosi e migliori nuclei di allevamento”. La Mostra di Serina nei successivi anni 1931 e 1932 cominciò a essere organizzata in due edizioni annuali - prima decade di aprile e fine di settembre - per facilitare l’affluenza degli allevatori che provenivano perfino dalla pianura lombarda. Va menzionato il fatto che, occasionalmente, i bovini della Valle Serina parteciparono alle mostre zootecniche della Fiera di Milano, riportando menzioni onorevoli. Il secondo dopoguerra rilanciò le attività espositive e fieristiche di Serina che andarono assumendo la tradizionale scadenza annuale del mercoledì di fine settembre. Si andarono ricercando sedi diverse sul territorio comunale fino a quella attuale che, a suo tempo, si dotò di strutture ricettive funzionali all’elevatissimo numero dei capi in mostra. Di volta in volta si cambiò la denominazione aggiustando il tiro sulle evoluzioni che il settore zootecnico andava assumendo. Oggi si chiama “Mostra zootecnica di razza bovina” e si fa riconoscere anche per l’impegno organizzativo sostenuto con ammirevole solerzia dalla “Associazione Manifestazioni Agricole e Zootecniche della Valle Serina” che opera dal 1977 e che è guidata dal signor Franco Locatelli. Seppure sospesa, la “Fiera di Serina” riprenderà nel 2021: tornerà a provocare sentimenti di appassionata adesione, sulla scorta di un costante crescendo di stupefatta ammirazione.
(Per questa occasione ho scelto un’immagine della Fiera di Serina realizzata dal fotografo Pepi Merisio negli anni Sessanta. È uno scatto un po’ intimista, di infinita potenza evocativa, meritevole di figurare sulla copertina di una futuribile narrazione intitolata “Epica di una fiera paesana”).
Roberto Belotti